metodologia di educazione, in modo particolare nelle scuole e nei settori giovanili delle squadre sportive,
infatti il ragazzo non è più visto come un piccolo adulto da istruire ai canoni del duro sacrificio dello sport ma viene rispettato per le peculiarità che caratterizzano la sua giovane età in tutte le sue dinamiche emotive, fisiche e cognitive. Anche per questo la nostra associazione ha preventivato all’interno del suo organico tecnici patentati (diplomi allenatore UEFA), laureati in Scienze Motorie nonché esperti di educazione al gioco e avviamento allo sport (abilitazioni istruttori scuola calcio FICG-CONI), oltre alla consulenza di uno staff di pedagogisti e psicologi che seguiranno i ragazzi dall’infanzia fino all’adolescenza attraverso un percorso programmato a tappe che prevede una crescita sana e civile. Vogliamo farci conoscere nelle scuole, per le strade, per le piazze dei quartieri della nostra città ed anche oltre, uscendo dai campi di calcio ed incontrando tutti quei giovani che spesso hanno bisogno di potersi esprimere e confrontare perché fino ad ora schiavi di situazioni disastrate. Non è un progetto per selezionare futuri calciatori e calciatrici ma per metterci a disposizione dei centri educativi primari della nostra comunità, andando dai ragazzi della nostra città e cercando di trasmettere loro attraverso lo sport dei valori importanti. Il fine dei nostri interventi è l’acquisizione e il consolidamento di un alfabeto motorio di base, cercando inoltre il coinvolgimento di tutti gli aspetti e l’ espressioni dell’intera personalità: attraverso l’educazione del corpo si interviene sulla formazione cognitiva, intellettiva e creativa del ragazzo, sulla sua capacità sociale di relazione e comunicazione. Attraverso le esercitazioni, il ragazzo sviluppa la sua fantasia e manifesta la sua creatività, esteriorizza le proprie paure e i propri conflitti emotivi, esprime con spontaneità e naturalezza i movimenti del corpo; attraverso la dimensione reale entra in relazione col mondo esterno e con gli altri, conosce il suo corpo, ne distingue le diverse parti, scopre le infinite possibilità di movimento che possiede, sviluppa le capacità tipiche di questa età, costruisce l’immagine di sé. In questa situazione il ruolo dell’educatore è quello di proporre l’attività ben programmata e di condurla, animandola, con entusiasmo, fornendo un sano esempio di civiltà e cultura.
Gli obiettivi che l’associazione si pone sono:
1. Diffondere la cultura e la pratica delle attività motorie sportive per lo sviluppo della personalità di ciascun ragazzo e ragazza; propagandare e presentare l’attività motoria e il gioco-sport alle ragazze ed ai ragazzi affinché possano conoscere e sperimentare il concetto di multidisciplinarietà;
2. Favorire l’approccio ad un percorso di educazione motorio -sportiva realmente rispondente ai bisogni dei ragazzi e delle ragazze, in un contesto concreto, fattibile e al passo con i tempi;
3. Favorire un’educazione motorio -sportiva che, facendo leva sul gioco, rappresenti la base futura per la scelta di una o più pratiche sportive;
4. Sostenere forme di affermazione dell’identità personale basata sulla percezione delle proprie possibilità e dei propri limiti per accettarsi come si è, ma anche con l’aspirazione a migliorarsi, facendo attività motoria con divertimento e serenità;
5. Offrire ai ragazzi e alle ragazze migliori opportunità per vivere e condividere esperienze significative di relazione e di crescita civile, riuscendo ad estrapolare i ragazzi da realtà difficili;
6. Favorire l’acquisizione e il consolidamento del concetto che l’attività fisica diventi, nel tempo, sempre più convinzione personale di educazione, di prevenzione e di tutela della salute, anche al termine di un percorso agonistico;
7. Promuovere e realizzare forme di collaborazione e di integrazione di esperienze tra Scuola e l’Associazionismo Sportivo del territorio, nel rispetto delle finalità educative previste dal progetto.
8. Utilizzare la disciplina sportiva come strumento di recupero ed inserimento nella società di ragazzi e ragazze con situazioni cosiddette “a rischio”.